E' il titolo che il quotidiano Punto Informatico dedica ad un articolo in merito alla proposta di legge sull'editoria, dove si legge: "La novità è presto detta: qualsiasi attività web dovrà registrarsi al ROC, ossia al Registro degli operatori di Comunicazione, se il disegno di legge si tradurrà in una norma a tutti gli effetti. Registrazione che porta con sé burocrazia e procedure."
Anche Beppe Grillo dal suo blog tuona contro questa proposta di legge liberticida e corporativa in un post dal titolo: la legge Levi-Prodi e la fine della rete.
Pure il Ministro Antonio Di Pietro dal suo blog in un articolo: no al bavaglio per larete, sostiene: "E’ una legge liberticida, contro l’informazione libera e contro i blogger che ogni giorno pubblicano articoli mai riportati da giornali e televisioni.". Tuttavia questa proposta di legge nasce dal Governo al quale il Ministro appartiene.
Lui è rassicurante dicendo che: "Io faccio parte del Governo e mi prendo le mie responsabilità per non aver intercettato il disegno di legge, ma per quanto mi riguarda questa legge non passerà mai, anche a costo di mettere in discussione l’appoggio dell’Italia dei Valori al Governo.
A me questa storia ricorda la legge sull'editoria del 2001: la 62/2001, sempre proposta dall'allora Governo di centro-sinistra, sempre loro. A quei tempi c'era Vannino Chiti a rassicurare gli internauti sulla bontà del concetto di "Prodotto editoriale". Ma la legge è passata sotto silenzio ed è rimasta quella che è.
Anche a quei tempi si registrarono i soliti commenti indignati provenienti da più parti, identici a quelli di oggi, la storia si ripete. Punto Informatico aveva organizzato una petizione contro quella legge ed era riuscito a raccogliere circa 50.000 firme da presentare in Parlamento per una modifica della legge. Intervenne anche l'Unione Europea e il Governo chiarì che l'obbligo di registrazione valeva soltanto per chi aveva intenzione di chiedere contributi-soldi allo Stato, previsti dalla legge (Vedi articolo di webnews.it).
Ora il discorso è diverso, molto diverso e più pericoloso, molto pericoloso, perché nel frattempo Internet è maturata e cresciuta.
Io, come allora, sono indignato e sento questa classe politica sempre più lontana e avulsa dai reali problemi dei cittadini. Mi auguro che il Governo sappia fermare l'iter di questa proposta di legge.
Comunque è chiaro che con questo disegno di legge il Governo cerca di guadagnarsi il favore e il sostegno politico dei soliti grandi gruppi editoriali e dei giornalisti, ai danni dei cittadini e delle persone comuni, in definitiva a danno tuo, della tua libertà di espressione, del tuo diritto ad una informazione libera e non controllata o censurata.
Aggiornamenti:
Levi scrive a Grillo una lettera dove cerca di tranquillizzarlo e dove dice: "Abbiamo pubblicato uno schema di legge e un questionario sul nostro sito internet, abbiamo ascoltato e incontrato tutti gli operatori del settore (gli editori grandi e piccoli, i giornalisti, gli specialisti della pubblicità, i distributori, gli edicolanti, i librai), ci siamo fatti aiutare da esperti dell’economia e del diritto".
Praticamente hanno ascoltato tutti, tranne i più diretti interessati: i bloggher, perché i bloggher non sono soltanto i giornalisti grandi e piccoli, ma sono soprattutto gente comune, webmaster, giovani studenti, padri e madri di famiglia che nei loro blog condividono le loro esperienze di vita o di lavoro. Quella voce, la tua voce, non è stata ascoltata e nemmeno presa in considerazione, a beneficio invece degli editori grandi e piccoli, degli specialisti in pubblicità, dei giornalisti tesserati, cioè sono stati ascoltati soltanto i gruppi di potere. Così ti puoi rendere conto di quanto sia democratico questo Governo di centro-sinistra.
Che strano! Non riescono ad approvare le riforme, la legge elettorale, Rete4, ma riescono ad approvare i disegni legge sull'editoria mettendoci dentro i blog. Strano, molto strano!.
La cosa triste e patetica è che le edizioni online dei principali quotidiani come La Stampa e il Corriere della sera non ne hanno parlato tra le notizie principali, tranne Repubblica che ha anticipato la notizia con un articolo dal titolo: "Il governo riforma l'editoria Burocrazia sul web? Allarme in rete". Hanno invece trovato spazio notizie, a mio avviso stupide e idiote, come questa: "Ecco la dieta detox, tutta liquidi e yoga" sul Corriere e quest'altra, a mio giudizio altrettanto idiota: "Gp del Brasile Hamilton multato per le gomme", su La Stampa.
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